"Il Racconto narra di un gruppo di 15enni che amano la vita. Ognuno a modo proprio, perchè l'amore ha molte sfaccettature: spensierato di chi cerca avventure; romantico di chi si dichiara alla ragazza che gli ha fatto sempre perdere la testa; dolce come fanciulle che diventano donne. E' l'amicizia che conforta nei momenti più neri. Da sfondo Parabiago ..."
mercoledì 15 dicembre 2010
Sono un essere orribile ... dai tempi dei ragazzi della scuola e anche dell'amore!
martedì 27 luglio 2010
In fondo alla palude
Ho preso il libro (come al solito in biblioteca, servizio pubblico da riscoprire) per la copertina, ogni tanto lo faccio, per scoprire nuovi autori o nuovi generi, non leggo nemmeno la trama, mi butto a pesce come si suol dire.
Il titolo originale del romanzo è The bottoms, inizialmente edito col titolo Sotto gli occhi dell'alligatore (???) narra le vicende di Harry e Tom (Tomasina) due fratelli che trovano una notte il corpo di una donna oscenamente violato.
Siamo nel Texas degli anni trenta e Lansdale ci descrive, in maniera molto coinvolgente peraltro, quegli anni, differenze razziali ancora marcatissime, KKK, pregiudizi e indagini non ancora agevolate dalla presenza della scientifica.
I ragazzi seguono con apprensione l’evolversi della vicenda, il modo in cui la città reagisce alle idee antirazziste di Jacob, lo sceriffo (nonché padre dei due ragazzi), nel corso delle indagini. Conducono inoltre una sorte di indagine personale verso l’uomo-capra, fantomatico mostro che ha fatto della palude e dei boschi la sua dimora … sarà lui l’assassino? I ragazzi sono convinti di sì.
Che dire, il romanzo è piacevole (tre giorni sono stati sufficienti a leggere le 280 pagine dell’edizione Fanucci), non mi ero tra le altre cose accorto della somiglianza col capolavoro di Harper Lee, “Il buio oltre la siepe”, leggendo però qualche commento qua e là per confrontare le mie considerazioni mi sono reso conto di quanti fossero invece i richiami a quel libro (e film) che ha segnato anche la mia infanzia.
Io in spiaggia me lo porterei, nella libreria dei libri da consigliare però lascio quello di Harper Lee.
Un consiglio personale che vi posso dare però è … non interessatevi mai alla sceneggiatura e all’arte di scrivere, sono anni ormai che non riesco ad essere colto di sorpresa da un finale, e non perché io sia un genio (cosa peraltro inconfutabile), ma perché lo studio dell’arte di sceneggiare ti permette di identificare chiarissimamente quelle bricioline di informazioni che gli autori lasciano in giro durante il film-romanzo-racconto-fumetto per guidarti verso il finale a sorpresa.
Questo film è già tuo se va sul grande schermo vero Guillermo?
giovedì 25 marzo 2010
Solomon Kane
Si preannunciano un po’ di filmettini carini sul comic/fantasy per quest’anno.
Solomon Kane è uno di questi, il terrore è sempre quello di trovarsi poi alle prese con un Van Helsing. Spesso i registi (probabilmente spinti anche dalla produzione) si perdoni incredibilmente nel canonico bicchier d’acqua, riempiendo i film di effetti speciali abbandonando invece la complessità dei personaggi, che sono e resteranno sempre il motivo della piacevolezza in un libro. Traslare nel mondo del cinema un personaggio cappa e spada che gira per il mondo uccidendo tutte quelle che a detta sua sono le manifestazioni del diavolo, non è facile, perché se crei un personaggio troppo fumettoso e/o eroico le rendi solo la parodia di se stesso, considerando tra le altre cose che questo personaggio di Howard (conosciuto ai più per Conan), si aggira nella nostra realtà e non in mondi dove per il patto di credulità, avvengono cose che non reputi possibili.
Quindi speriamo bene anche perché Michael J. Bassets, fino ad oggi ha fatto poco o nulla. Speriamo sia un nuovo talento.
Per chi fosse interessato comunque, questo è l’elenco dei libri di Robert Ervin Howard che compongono il ciclo di Solomon Kane:
Il ciclo è composto da sedici opere tra racconti, romanzi, poesie e frammenti (questi pubblicati postumi).
- Teschi sulle stelle (Skulls in the stars, Weird Tales, gennaio 1929)
- La mano destra del giudizio (The Right Hand of Doom, postumo, su Red Shadows della Grant, 1968)
- Ombre rosse (racconto) (Red Shadows, Weird Tales, agosto 1928)
- I neri cavalieri della morte (Death's Black Riders, postumo, breve frammento, REH: Lone Star Fictioneer, 1967)
- Lo scricchiolio delle ossa (Rattle bones, Weird Tales, giugno 1929)
- Il Castello del Diavolo (The Castle of the Devil, postumo, breve frammento, Red Shadows)
- La Luna dei Teschi (The Moon of Skulls, Weird Tales, giugno/luglio 1930)
- L'unica macchia nera (The One Black Stain, postumo, poesia, The Howard Collector, 1962)
- Le lame della Fratellanza (Blades of Brotherhood, postumo, Red Shadows. Noto anche come The Blue Flame of Vengeance, anche se questa è una versione, apparsa su Over the Edge del 1964, profondamente riscritta da John Pocsik)
- Le colline dei morti (The Hills of Dead, Weird Tales, agosto 1930)
- Hawk di Basti (Hawk of Basti, postumo, Red Shadows)
- Il ritorno di sir Richard Grenville (The return of sir Richard Grenville, postumo, poesia, Red Shadows)
- Le ali notturne (Wings in the night, Weird Tales, luglio 1932)
- I passi all'interno (The footfalls within, Weird Tales, settembre 1931)
- I figli di Asshur (The children of Asshur, postumo, Red Shadows)
- Solomon Kane ritorna a casa (Solomon Kane's homecoming, postumo, poesia, Fanciful Tales of Space and Time, autunno 1936)
lunedì 8 marzo 2010
Fioretti che proseguono
Dopo essermi complicato la vita con la promessa di lettura e micro recensione (o per lo meno segnalazione sul blog) di 12 libri fatta qui, ero riuscito a tener fede alla promessa in questo altro post.
Oggi mi ritrovo a proseguire con la segnalazione di libri e, vi parlo dell’ultima fatica di Fabio Volo. Ok, molti avranno da dissentire sul termine fatica, e forse anche sull’annoverarlo tra i libri ma come Erik dice spesso …
“ilFratus ascolta i Bon Jovi … e non solo non si vergogna, ma lo dice pure in giro …”
Quindi figuratevi se mi faccio problemi a leggere Fabio Volo.
Il libro in questione è “Il tempo che vorrei”, è ovviamente una lettura molto leggera, una sorta di easy reading (che non so se esiste come termine, se non esiste ne reclamo i diritti), caratteristica che di solito in un libro non reputo negativa, anzi, dopo aver letto qualche bel mattone (in senso positivo), mi piace buttarmi su questi libri che in un due/tre giorni mastichi, e che magari ti lasciano un po’ di sorrisi o un po’ di farfalle nello stomaco. Il buon Fabio riesce invece a lasciarci con un bel pugno di mosche.
Questo è il mio parere, non mi voglio assolutamente ritagliare uno spazio da critico letterario, questo mettiamolo a cappello di tutto, intendo solo dire che a me non è piaciuto. L’ho trovato una sorta di autoplagio, se mi passate anche questo termine, il solito personaggio in crisi di mezza età, tipico dei libri di Volo, che si vuole rinnovare con un auto training (che in realtà non esiste nemmeno, sono solo riflessioni, oltretutto molto superficiali e sommarie).
L’auto training di Lorenzo (il personaggio principale) è analizzato attraverso due linee guida: una parla del rapporto con una ragazza, e l’altra del rapporto controverso col padre. La prima l’ho trovata veramente insopportabile, mentre la seconda se la gioca discretamente (forse perché sono un maschio, e ho un padre, gioco forza mi sento un po’ più partecipe).
Il concetto principale è comunque racchiuso nell’incapacità di Lorenzo di esprimere e manifestare il proprio amore … riuscirà il nostro eroe a migliorare?
I precedenti libri di Volo si concludevano sempre con una gran scopata ed un happy ending … questo? Sta a voi scoprirlo … vi anticipo solo che la gran scopata c’è.
Una nota positiva nonostante questa mia apparente bocciatura comunque c’è, le fonti citate che Volo usa tantissimo nei suoi libri, musicali e letterarie. Come al solito finito il libro ho un sacco di materiale nuovo da leggere e da sentire che mi fa pensare che il tempo usato per “Il tempo che vorrei” non è buttato, è stato invece ispiratore.
Condividi“Le regole sono quelle che l'artista spezza; nulla di memorabile è mai uscito da una formula. La grandezza nella vita sta nel cercare di esserlo.”
mercoledì 17 febbraio 2010
La progenie
Non mi sono dimenticato del fioretto fatto qui, semplicemente come già detto (e come ricordato anche da Tieffe) il momento di evoluzione di Radio illusioni parallele ci sta tenendo estremamente impegnati, tanto da non poter seguire il blog quanto vorrei.
La progenie mi è stato regalato a Natale e l’ho decisamente divorato, adoro l’immaginazione di Guillermo Del Toro e quindi ero estremamente voglioso di leggerlo.
”Un Boeing 777 partito da Berlino atterra all'aeroporto JFK di New York. Durante l'intera manovra dall'apparecchio non arriva alcun segnale umano. L'inquietante silenzio spinge le autorità a creare un cordone di sicurezza intorno ai velivolo e inviare forze speciali in ricognizione, nel timore di un attacco terroristico. All'interno dell'aereo, uno spettacolo agghiacciante: l'intero equipaggio e i passeggeri, a eccezione di quattro, sono morti per cause misteriose Che cosa ha ucciso quelle persone? Chi ha condotto l'aereo a destinazione? Che cos'è la misteriosa e letale malattia che solo dopo qualche giorno comincia a diffondersi per Manhattan, seminando morte e terrore? Ciò che l'epidemiologo Eph Goodweather, incaricato delle indagini, scoprirà suo malgrado, è che quello che l'America si trova ad affrontare non è un morbo, bensì l'inizio di una terribile guerra: un immane conflitto fra esseri soprannaturali, nel quale l'unico ruolo assegnato agli esseri umani è quello di cibo.”Formato: Rilegato
Pagine: 427
Lingua: Italiano
Titolo originale: The Strain
Lingua originale: Inglese
Editore: Mondadori
Costo: 20,00€